Cresce la domanda di seconde case in montagna: da Bormio a Ponte di Legno, prezzi in aumento

L’interesse verso le seconde case in montagna sta vivendo un’impennata senza precedenti. Secondo Alessandro Ghisolfi, capo del Centro Studi di Abitare Co, società specializzata nell’intermediazione immobiliare, la domanda di abitazioni nelle località montane è cresciuta del 4,9% nel 2023, segnando una tendenza in forte ascesa.

Questo fenomeno, amplificato dalla pandemia, ha innescato un aumento molto sensibile dei prezzi immobiliari nelle zone montane più ambite. In Lombardia, ad esempio, Livigno spicca come una delle località più costose, con una media di 9.400 euro al metro quadro (raggiungendo punte di 11.200 euro). Altri località lombarde di grande prestigio come Bormio, Ponte di Legno e Madesimo, i prezzi in media superano i 6.200 euro al metro quadro. Anche Aprica, Campodolcino e Clusone stanno vivendo un aumento degli acquisti, seppur a tariffe leggermente più contenute.

La principale spinta di questo trend è stata la crescente domanda di abitazioni nuove o recentemente ristrutturate, un fenomeno alimentato dai cambiamenti negli stili di vita, accelerati dalla diffusione dello smart working durante la pandemia. La possibilità di lavorare da remoto ha reso le seconde case in montagna un’opzione allettante per coloro che desiderano sfuggire alla routine cittadina.

Anche il cambiamento climatico ha giocato un ruolo significativo, rendendo la montagna più attrattiva con estati più fresche e inverni meno rigidi, prolungando così la stagione turistica.

L’investimento immobiliare è visto come un modo per proteggere i risparmi dalla svalutazione del denaro, anche se non vi è una correlazione diretta tra l’aumento della domanda di seconde case in montagna e l’inflazione attuale. Tuttavia, il mercato ha visto una rinascita grazie agli affitti brevi, resi più accessibili attraverso piattaforme online specializzate.

Chi sono i compratori di queste proprietà? La maggioranza (54%) sono investitori che intendono utilizzare la casa per uso personale e affittarla quando non in uso, mentre il 30% acquista per uso personale. Un altro 18% acquista esclusivamente per l’affitto a breve termine.

A livello demografico, il target principale degli investitori ha un’età compresa tra i 35 ei 45 anni, seguito dagli over 50, spesso ex lavoratori ora consulenti.

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